

AVV. LUCA DE MIZIO
Mio padre ha donato una casa a mio fratello anni fa, questo influisce sulla mia eredità?
Come posso sapere se il defunto aveva debiti e come posso proteggermi?
Ho il sospetto che esistano conti correnti o beni di cui non sono a conoscenza, come posso scoprirli?
Quando si apre una successione, ciò che appare non è sempre tutto. L’eredità può nascondere insidie, come debiti inaspettati, o celare opportunità, come beni non dichiarati o donazioni passate che hanno leso i tuoi diritti. Questa guida ti spiegherà, con un linguaggio semplice e attraverso domande e risposte, come un’indagine patrimoniale condotta da un avvocato esperto possa fare la differenza, garantendoti di ricevere ciò che ti spetta per legge e proteggendoti da spiacevoli sorprese.
Un esempio pratico.
Immagina questa situazione: due fratelli, Marco e Luca, ereditano dal padre.
A prima vista, il patrimonio sembra consistere solo nella vecchia casa di famiglia e in un conto corrente con pochi risparmi.
Luca, però, ha il sospetto che il padre, in vita, abbia aiutato economicamente Marco più di quanto sembri.
Decide di rivolgersi a un avvocato.
Attraverso un’indagine mirata, l’avvocato scopre che:
- Dieci anni prima, il padre aveva pagato direttamente il costruttore per l’acquisto di un appartamento intestato a Marco (una “donazione indiretta”).
- Esisteva un secondo conto corrente, cointestato tra il padre e Marco, dal quale Marco aveva prelevato una somma ingente pochi giorni dopo la morte del genitore.
- Il padre aveva contratto un debito con una finanziaria, di cui nessuno era a conoscenza.
Grazie a queste scoperte, l’avvocato ha potuto:
- Ricostruire l’esatto valore dell’asse ereditario, includendo il valore dell’appartamento donato a Marco.
- Obbligare Marco a “restituire” virtualmente alla massa ereditaria sia il valore della donazione indiretta (collazione) sia la somma prelevata illegittimamente dal conto cointestato.
- Consigliare a Luca di accettare l’eredità con beneficio di inventario, proteggendo così il suo patrimonio personale dal debito della finanziaria.
Senza l’indagine patrimoniale condotta dall’Avvocato, Luca avrebbe ricevuto molto meno di quanto gli spettasse, rischiando inoltre di dover pagare di tasca propria i debiti del padre. Questo esempio dimostra come un’indagine patrimoniale non sia un costo, ma un investimento per tutelare i propri diritti.
Perché è così importante avviare un’indagine patrimoniale quando si eredita?
Perché l’eredità non è solo ciò che è visibile o ciò che viene dichiarato.
L’asse ereditario, ovvero l’insieme dei beni e dei debiti del defunto, deve essere ricostruito con precisione. Spesso, senza un’analisi approfondita, si rischia di accettare un’eredità oberata di debiti o di non venire a conoscenza di beni (conti correnti, titoli, immobili, polizze) che invece ti spetterebbero.
La legge stessa presume che certi beni, come i titoli il cui reddito era indicato nell’ultima dichiarazione dei redditi del defunto, facciano parte dell’attivo ereditario.
Un avvocato sa dove cercare queste informazioni e come interpretarle a tuo favore.
Cosa si intende esattamente per “patrimonio ereditario”? Solo gli immobili?
No, il patrimonio è molto più vasto. Comprende:
- Beni immobili: case, terreni, garage.
- Beni mobili: automobili, barche, gioielli, opere d’arte.
- Disponibilità liquide: denaro su conti correnti bancari o postali, libretti di risparmio.
- Investimenti finanziari: titoli, azioni, obbligazioni, fondi di investimento.
- Partecipazioni societarie: quote di S.r.l. o azioni di S.p.A..
- Crediti: somme che il defunto doveva ancora riscuotere da terzi.
- Beni donati in vita: la legge considera anche le donazioni fatte dal defunto a eredi o terzi per calcolare la quota di legittima, ovvero la parte di eredità che ti spetta di diritto e che non può essere lesa.
Un’attenzione particolare va ai beni cointestati. Ad esempio, per un conto corrente cointestato tra il defunto e un’altra persona, la legge presume che le quote siano uguali, salvo prova contraria. Questo significa che metà della somma presente sul conto al momento del decesso cade in successione.
Ho il sospetto che mio fratello abbia ricevuto del denaro in vita da nostro padre. Come posso provarlo e cosa comporta?
Questo è un caso molto comune e la legge offre strumenti precisi per garantire l’equità tra gli eredi. Le donazioni fatte in vita a figli, loro discendenti o al coniuge sono considerate un “anticipo sull’eredità“.
Per questo, al momento della divisione, chi ha ricevuto la donazione deve “conferirla” nella massa ereditaria. Questo istituto si chiama collazione.
Un avvocato può agire in diversi modi per scoprire e provare queste donazioni:
- Ricerca conti correnti (anche estinti)
- Analisi dei conti correnti
- Ricerca e analisi degli atti di compravendita
- eventuali ulteriori prove
Una volta provata la donazione, il suo valore viene aggiunto all’asse ereditario e imputato alla quota dell’erede che l’ha ricevuta, ristabilendo così la parità di trattamento.
Se una donazione ha leso la tua quota di legittima, è possibile agire con un’azione di riduzione per renderla inefficace e reintegrare la tua parte
Conosci completamente il patrimonio ereditario?
Sei sicuro che non ci siano debiti (anche non conosciuti dalla persona deceduta)?
Pensi di aver subito un danno a causa di elargizioni ad altre persone?
Questa è una delle paure più grandi per un erede, ed è fondata.
Se accetti l’eredità “puramente e semplicemente“, i tuoi beni personali si uniscono a quelli del defunto. Di conseguenza, saresti obbligato a pagare i suoi debiti anche se superano il valore dei beni ereditati, utilizzando il tuo patrimonio personale.
Per evitare questo rischio enorme, la legge prevede l’accettazione con beneficio di inventario. Questa procedura ti permette di tenere separati i due patrimoni: i creditori del defunto potranno rivalersi solo sui beni ereditati, e non sui tuoi beni personali.
Un’indagine patrimoniale è fondamentale prima di decidere come accettare.
Un avvocato esperto può:
- Effettuare visure presso la Centrale Rischi e altri database per verificare la presenza di debiti bancari, finanziamenti o mutui.
- Consultare i registri immobiliari per scoprire la presenza di ipoteche.
- Consultare i registri automobilistici per scoprire la presenza di fermi amministrativi
- Verificare la posizione debitoria con l’Agenzia delle Entrate.
- Verificare la posizione previdenziale con gli Enti preposti
È cruciale agire in fretta: se sei nel possesso dei beni ereditari (ad esempio, se vivevi con il defunto), hai solo tre mesi di tempo dall’apertura della successione per fare l’inventario, altrimenti sarai considerato erede puro e semplice per legge, con tutte le conseguenze del caso.
L’eredità può essere un percorso complesso e pieno di incognite, difficile da affrontare senza una guida esperta. Un’indagine patrimoniale accurata è un passo fondamentale per assicurarti un futuro sereno e per ricevere ciò che la legge ti riserva.



